Cara Monika,
ho lavorato in un ristorante e gli amici del ristorante sono fedeli. Ci conosciamo da vent’anni e ci stimiamo ancora. Ovviamente c’è molto umorismo.
Io vado a mangiare una pizza ogni tanto prima di venire alla reception dove lavoro di notte.
Ebbene si scherza sempre.
Io sono un polentone del Nord e loro sono del Sud.
Purtroppo negli stadi i tifosi non scherzano più e offendono in modo vergognoso i miei amici del sud o ragazzi di colore.
Ma noi non ci offendiamo.
Vent’anni fa mentre lavoravo mi scusavo con il cuoco e gli dicevo: ho sbagliato.
No -mi rispondeva lui. Siamo noi ad aver sbagliato ad assumerti… e poi rideva e rideva.
Oppure il cuoco musulmano mi chiedeva se credevo al paradiso e all’inferno. Io rispondevo che prima di venire in questa cucina non credevo all’inferno, ma ora sì! Mentre i fumi delle padelle si alzavano verso il soffitto.
Oppure prendevo in giro il proprietario. Lui aveva cresciuto i due cuochi che erano vent’enni quando li ha conosciuti e li ha trattati come dei figli, diceva.
Loro erano diventati cuochi e lui aveva portato avanti un bel ristorante.
Ma quando i due cuochi si lamentavano con lui, il proprietario ripeteva un proverbio napoletano: cresci figli, cresci porci ovvero fai tanto per crescere i figli ma poi loro non sono riconoscenti.
E tuttavia possedeva una porche: allora io dicevo cresci figli cresci porsche e lui rideva e poi si arrabbiava…
E poi tutti a tavola, si mangia! Buon appetito